22 febbraio 2016

Il Giardino di Virginia Woolf di Caroline Zoob

Il primo sentimento che ho provato leggendo questo libro è stato: invidia!
Sì, perché l'autrice Caroline Zoob ha vissuto per 10 anni a Monk's House, prendendosi cura della casa e giardino che furono di Leonard e Virginia Woolf...che fortuna!! Dal 1980, infatti, la proprietà è amministrata dal National Trust (http://www.nationaltrust.org.uk/monks-house) che l'affitta, chiedendo agli affittuari di occuparsi di casa e giardino, senza imporre vincoli troppo antipatici ma chiedendo solo di rispettarli e aprirli al pubblico in determinati periodi dell'anno.
Anche Caroline Zoob e il marito, un pò come Virginia e Leonard, all'inizio non erano provetti giardinieri, ma pieni di entusiasmo e di passione.
Il giardino fu un balsamo per la vita travagliata e segnata dalla malattia di Virginia Woolf, che si uccise poco lontana da Monk's House nel 1941, e una grande passione per il marito che man mano lo ampliò, lo arricchì e lo curo fino alla morte avvenuta nel 1969. l'autrice, attraverso foto e brani tratti da lettere e scritti di Virginia Woolf, racconta come il giardino si trasformò, da quando la casa fu comprata nel 1919, fino ad oggi, fortunatamente curata dal National Trust.
Acquistata all'asta nel 1919 per 700 sterline, Monks House divenne la loro casa di campagna dei coniugi Woolf, in fuga da una Londra già caotica.
Il frutteto era ed è uno degli angoli più belli del giardino, rigoglioso e pieno di piante di mele e pere, che Virginia descrive spesso nelle sue lettere, o il giardino del fico che dopo un periodo difficile sta tornando al suo splendidore. Dopo la pubblicazione di Orlando, celebre libro dedicato all'amica-amante Vita Sackville-West, per i Woolf il denaro non fu più un problema e questo permise loro di pensare a “cose che ci piaceva avere: libri, quadri, un giardino, un'automobile” come scriveva Virginia. Fecero così costruire una nuova terrazza e dei sentieri, oltre ad una “peschiera”, una bella vasca posizionata nel campo di Pond Croft, appena comprato, che veniva usata dai Woolf per ricevere gli ospiti seduti sul prato o sulle sedie disposte intorno all'acqua.
E poi un nuovo studio per Virginia dove riposarsi e scrivere, affacciato su un romantico spicchio di giardino pieno di lavande, lupini, allium e altri bulbi primaverili, oltre alle rose curiosamente abbinate ai cavoli!

Delizioso il giardino all'italiana, nato dopo una vacanza in Toscana nel 1933 e decorato con vasi e statue, non italiane, ma provenienti dall'emporio di Barcombe. E l'orto, i cui schemi di impianto sono custoditi nell'università del Sussex, con note su quando e come furono seminati gli ortaggi. Finché con l'arrivo della guerra iniziarono tempi difficili, culminati nel suicidio di Virginia, e Monks House divenne il centro della vita di Leonard, che lavorava in giardino fino a che c'era un po' di luce. 
Per me è un libro bellissimo, poetico, da leggere o solo da sfogliare per immergersi nell'atmosfera del classico cottage garden. Sono bellissime le immagini, ma anche le planimetrie dei vari spazi del giardino, fatte come se fossero ricamate...molto British!Trovo commoventi soprattutto le foto, sparse per il libro, di Leonard e di Virginia e dei loro ospiti, già famosi ma fotografati in abiti da campagna, non in posa, foto familiari, di un'altra epoca, di un mondo che non esiste più, ma che miracolosamente invade chi ha la fortuna di visitare Monks House.

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