Il primo sentimento che ho provato
leggendo questo libro è stato: invidia!
Sì, perché l'autrice Caroline Zoob
ha vissuto per 10 anni a Monk's House, prendendosi cura della casa e
giardino che furono di Leonard e Virginia Woolf...che fortuna!! Dal
1980, infatti, la proprietà è amministrata dal National Trust (http://www.nationaltrust.org.uk/monks-house) che l'affitta, chiedendo
agli affittuari di occuparsi di casa e giardino, senza imporre
vincoli troppo antipatici ma chiedendo solo di rispettarli e aprirli al pubblico in determinati periodi dell'anno.
Anche Caroline Zoob e
il marito, un pò come Virginia e Leonard, all'inizio non erano
provetti giardinieri, ma pieni di entusiasmo e di passione.
Il giardino fu un balsamo per la
vita travagliata e segnata dalla malattia di Virginia Woolf, che si
uccise poco lontana da Monk's House nel 1941, e una grande passione
per il marito che man mano lo ampliò, lo arricchì e lo curo fino
alla morte avvenuta nel 1969. l'autrice, attraverso foto e brani tratti da lettere e scritti di Virginia Woolf, racconta come il giardino si trasformò,
da quando la casa fu comprata nel 1919, fino ad
oggi, fortunatamente curata dal National Trust.
Acquistata all'asta nel 1919 per 700
sterline, Monks House divenne la loro casa di campagna dei coniugi Woolf, in fuga da una Londra già caotica.
Il frutteto
era ed è uno degli angoli più belli del giardino, rigoglioso e
pieno di piante di mele e pere, che Virginia descrive spesso nelle
sue lettere, o il giardino del fico che dopo un periodo difficile sta
tornando al suo splendidore. Dopo la pubblicazione di Orlando,
celebre libro dedicato all'amica-amante Vita Sackville-West, per i
Woolf il denaro non fu più un problema e questo permise loro di
pensare a “cose che ci piaceva avere: libri, quadri, un giardino,
un'automobile” come scriveva Virginia. Fecero così costruire una
nuova terrazza e dei sentieri, oltre ad una “peschiera”, una
bella vasca posizionata nel campo di Pond Croft, appena
comprato, che veniva usata dai Woolf per ricevere gli ospiti seduti sul prato o
sulle sedie disposte intorno all'acqua.
E poi un nuovo studio per Virginia
dove riposarsi e scrivere, affacciato su un romantico spicchio di giardino pieno di lavande, lupini, allium e altri bulbi primaverili, oltre alle rose
curiosamente abbinate ai cavoli!
Delizioso il giardino all'italiana,
nato dopo una vacanza in Toscana nel 1933 e decorato con vasi e
statue, non italiane, ma provenienti dall'emporio di Barcombe. E
l'orto, i cui schemi di impianto sono custoditi nell'università del
Sussex, con note su quando e come furono seminati gli ortaggi. Finché
con l'arrivo della guerra iniziarono tempi difficili, culminati nel
suicidio di Virginia, e Monks House divenne il centro della vita
di Leonard, che lavorava in giardino fino a che c'era un po' di luce.
Per me è un libro bellissimo, poetico, da leggere o solo da sfogliare
per immergersi nell'atmosfera del classico cottage garden. Sono
bellissime le immagini, ma anche le planimetrie dei vari spazi del
giardino, fatte come se fossero ricamate...molto British!Trovo
commoventi soprattutto le foto, sparse per il libro, di Leonard e di
Virginia e dei loro ospiti, già famosi ma fotografati in abiti
da campagna, non in posa, foto familiari, di un'altra epoca, di un mondo
che non esiste più, ma che miracolosamente invade chi ha la fortuna
di visitare Monks House.
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